mercoledì 22 agosto 2012

Fatto a mano: il laboratorio sul riuso, l'editoria e il buonumore


Tornata dopo quasi un mese di silenzio e meritate vacanze, rieccomi in questo spazio che ammetto mi è mancato tanto. Prima ancora di raccontarmi, annotare pensieri alla rinfusa e mettere nero su bianco queste settimane di ozio totale, devo assolutamente segnalare una delle attività più divertenti e interessanti degli ultimi tempi alla quale ho partecipato con molto entusiasmo. 

"Fatto a mano", questo il nome dell'evento che si è tenuto il 1 e il 2 agosto presso il Castello di Barletta, è uno di quegli appuntamenti che meriterebbero più largo respiro, perchè fanno vivere e muovere la città. I giovani organizzatori di questo laboratorio sul riuso e l'editoria sono tre amici barlettani con la voglia di portare avanti un’iniziativa assolutamente spontanea di cooperazione e condivisione, fare qualcosa di bello e importante per Barletta e mettere in pratica le esperienze pregresse nel campo. Una dichiarazione di intenti semplice ma efficace, che ha visto la partecipazione di tanti ragazzi, appassionati della materia e non, pronti a mettersi in gioco, imparare e donare qualcosa di sé. 

Sapete quanto ami Barletta e nonostante tutti i suoi aspetti negativi ho più volte esaltato i buoni esempi da seguire per valorizzare il territorio e migliorarlo, segnalando eventi locali che fanno eco ai più famosi di altre città, ma che qui da me sono assolutamente innovativi. E così per me agosto è partito all'insegna di nuove nozioni da apprendere, la voglia di conoscere nuova gente e condividere la curiosità di creare da zero un artefatto, armata di cartoncini colorati, porporina, pennarelli e colori, tessuti, disegni, decorazioni e storie inventate che prendono forma pian piano. Lo sfondo non poteva essere migliore e il magnifico Castello Svevo alle nostre spalle ci ha sorriso per due giorni e accompagnato fino al tramonto. 


Antonio Lionetti, Francesco Delrosso e Saverio Rociola sono tre giovani coetanei con un background simile poi sfociato in progetti diversi: il primo dei tre attualmente studente di Disegno Industriale presso il Politecnico di Bari e gli altri due laureati all'Accademia delle Belle Arti di Urbino, oggi studenti del corso di Comunicazione, design ed editoria all’ISIA. Fermamente convinti che la condivisione possa essere la chiave di iniziative come questa, che l'arte e le nuove idee possono cambiare il mondo e reduci di interessanti corsi e percorsi personali e di formazione, hanno deciso di mettersi alla prova e sondare il terreno nella propria città proponendo, solo per il piacere del fare, un laboratorio sul riuso e il fatto a mano, concetti spesso dimenticati nell'era del consumismo dilagante. In un contesto sociale ed economico difficile come quello dei nostri giorni, molto più stimolante e gratificante appare l'idea di riutilizzare materiali che altrimenti finirebbero nei nostri cestini, per creare vere e proprie opere d'arte, partendo da pochi strumenti e armati di fantasia e tanta buona volontà. Nasce così Fatto a Mano, utilizzando l'editoria come campo d'applicazione di questi propositi. 


E' bastato un piccolo spazio di lavoro, 25 partecipanti senza nessuna quota di iscrizione e tanti materiali portati da casa, per creare in soli due giorni un gruppo di ragazzi solido e fantasioso che per prima cosa si è avvicinato alle tecniche di legatoria, imparando cos'è un punto appiccicato e intrecciato, una cucitura copta e giapponese, utilizzati in seguito per creare i propri artefatti. Le idee a servizio del fare. E così a noi partecipanti è spettato il compito di individuare delle "etichette" dalle quali far nascere una storia. Tutti i sostantivi, verbi e aggettivi a disposizione sono stati poi riproposti a caso ai partecipanti che utilizzando solo quelle tre parole hanno inventato un racconto seguendo fasi del tutto inaspettate. Ci sono stati momenti di sconforto, storie da riscrivere, panico da mancanza di ispirazione, dubbi e tante risate, alla fine ognuno ha avuto la sua storia da realizzare e trasformare in un piccolo libro, decorato a piacere utilizzando varie tecniche di rappresentazione e tutti i materiali a disposizione e infine rilegato a mano


Quanto a me, in una marea di tulle, porporine, cartoncini e pennarelli, ho vissuto due giorni divertentissimi mettendomi in discussione, ho vinto la paura del giudizio e sono tornata bambina. Ho imparato nuove tecniche, ho ricevuto le mie tre tag e con le stesse ho inventato una storia, una filastrocca per l'appunto, che ha fatto riemergere in me l'antica passione di scrivere fiabe per i più piccoli. 
 

Non mi stancherò mai di dirlo: credo nel talento, nelle idee che cambiano il mondo e nella condivisione, credo nei giovani e nella perseveranza, credo nei sogni che si realizzano e prendono forma in cose belle. Durante quei giorni l'entusiasmo era palpabile: la prima esperienza di questi ragazzi molto competenti e quasi increduli del risultato finale può dirsi conclusa con successo. Spero solo decidano di ripeterla, avranno sicuramente seguito.Voi nel vostro piccolo potreste decidere di supportarli con un piccolo gesto, visitando la loro pagina facebook e cliccando "mi piace" qui. Facile no?

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