Glastonbury dovrebbe essere sempre una buona idea
Cose da fare prima dei 30 anni: partecipare a un festival della musica internazionale. E per chi come me non ha ancora avuto la possibilità di farlo, ci sono due soluzioni: sperare di rimediare nei prossimi tre anni o continuare a sognare ad occhi aperti. Non sono una da concerto facile, a dir il vero non sono un'amante dei concerti, ma per i grandi eventi, i palchi giganti, la marea di gente proveniente da tutto il mondo, la musica ad alto volume no stop e la sensazione di poter far cascare il mondo saltando, farei un'eccezione.
In attesa del mio "concerto dell'anno", quello che il prossimo mese mi vedrà appostata per ore davanti ai cancelli, fare la fila e strattonarmi come una teenager per beccarmi un posto dignitoso, cantare a squarciagola e ballare per un'intera sera all'Olimpico solo per i Muse, riflettevo su uno dei festival musicali più amati, che con il suo sound e la sua fama è ormai da quarant'anni un punto di riferimento per gli appassionati.
Glastonbury o lo ami o lo odi. Per molte ragioni: è innanzitutto una zona franca, un paradiso artificiale di musica, colori e moda lontano dai frastuoni delle città, dove il ritmo del cuore è scandito solo da batterie e chitarre. Tutto è concesso a Glastonbury: mangiare, indossare, ballare, cantare e bere qualsiasi cosa a qualsiasi ora, entro una certa età sia chiaro e per età intendo solo quella del cuore, considerato che mi capita tutti i giorni di avere a che fare con quarantenni che sembrano quindicenni e miei coetanei a cui invece mancano solo problemi di osteoporosi e borse dell'acqua calda.
E poi poi la musica che fa da padrona e quest'anno se ne sentiranno delle belle. A partire dai Rolling Stones, che calcheranno il palco del festival per la prima volta, continuando con gli Arctic Monkeys, Vaccines, Rita Ora, Jake Bugg, Vampire Weekend, The Lumineers, Two Door Cinema Club, Iggy Azalea, Bastille, Phoenix, Disclosure e AlunaGeorge. La line-up proposta per l'edizione di quest'anno dal 26 al 30 giugno è a dir poco esplosiva. I maestosi palchi del festival, i concerti, la musica però, sono solo una parte della tradizione del Somerset che ogni anno attira giovani da tutto il mondo. Nato nel 1970, l'evento deve la sua fama anche e soprattutto alla sua prima, mitica edizione, dove con una sterlina potevi bere gratis il latte della fattoria di Michael Eavis e alle numerose leggende del territorio. Questo si dice che fosse il luogo dell'antica Avalon e che Giuseppe di Arimatea, discepolo di Gesù, fosse giunto come primo cristiano in terra pagana. E poi la vicinanza con Stonehenge, che rende il territorio magico e vibrante di culti New Age e atmosfere decisamente rilassate.
Infine il dress code a prova di fango, ma non per questo meno di tendenza. Glastonbury è infatti da sempre frequentato da artisti famosi e star britanniche (tra le immancabili Kate Moss, Alexa Chung, Sienna Miller ed Emma Watson, che pioggia, terra bagnata e vento, non sembra demoralizzarle affatto). Sì dunque a galosce e stivali di gomma, perfetti se indossati con shorts in denim, t-shirt stampate e felpe. Il parka è sempre la scelta giusta, ma se per caso dovesse spuntare il sole desideroso di sgranchirsi le gambe, meglio munirsi di occhiali da sole, minidress coloratissimi con gonna a ruota, e body top anni 50.
Una vera groupie è sempre impeccabile e se la situazione è vincente come quella di Glastonbury, non saranno di certo pioggia e fango a fermarla!
Una vera groupie è sempre impeccabile e se la situazione è vincente come quella di Glastonbury, non saranno di certo pioggia e fango a fermarla!
Clicca qui per sbirciare il programma e dai un'occhiata in basso per sognare ad occhi aperti, magari accompagnati dalla mia personale selezione creata per voi (I brani sono molti più di quelli che appaiono, per scoprirli basta scorrere la playlist con l'apposito pulsante).
1 commenti:
bellissimi i look delle donzelle presenti...e poi già che ci sono i rolling stones...tanta roba
xoxo
vendy
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