venerdì 4 ottobre 2013

Valentino: tra interpretazioni e citazioni va in scena l'Opera italiana


Quando la moda si spoglia di tendenze omologate, abitudini volgari e ossessioni adolescenziali, quando incarna la sola passione e gli ideali di grandi personalità visionarie, che sui corpi hanno strutturato poesie di ricami e tessuti, ideato proporzioni e drappeggi, immaginato storie, ecco che la moda diventa arte. Di quell'arte che ruba il cuore, toglie il respiro e lascia tutti a bocca aperta. Non mi giudicherete quindi esagerata se vi dico che è esattamente questo l'effetto che ha avuto su di me la nuova collezione Valentino che Maria Grazia Chiuri e Pierpaolo Piccioli hanno presentato a Parigi per la Primavera/Estate 2014.

Un omaggio al mondo dell'Opera, al teatro, ai suoi attori, ai suoi cantanti e all'opulenza, ma soprattutto un omaggio all'artigianalità e alla magia che anima i magazzini dei costumi teatrali, dove abili sarti da sempre danno vita alle più belle creazioni di tutti i tempi, con la stessa passione e lo stesso lavoro maniacale tipico dei grandi stilisti. I tratti severi, quasi drammatici sui volti pallidi delle modelle e le acconciature semplici che incorniciano il loro volto e raccolgono i capelli in cerchietti borchiati in pelle e in una coda; gli abiti sfarzosi, quasi pensati per nobildonne di altri tempi e i colori, tanti colori, caldi e autunnali, del tutto insoliti per una collezione estiva: dal rosso all'acquamarina, dal salmone e verde bosco al burgundy; tutto di questa sfilata ha reso lo spettacolo andato in scena sulla passerella, uno tra i più belli della settimana della moda parigina, intriso di citazioni e interpretazioni, in perfetto stile opera all'italiana.
Fonti foto: Style.it & Elle.it

Tra atmosfere e trame elleniche, opulenza mediorentale e dettagli dal sapore etnico, la sfilata lavora sull'immaginario classico, capo dopo capo, tessuto dopo tessuto, incanto dopo incanto. Gli abiti, cortissimi o lunghi fino ai piedi, sono decorati con pizzi e ricami sofisticati, esaltano e portano in scena tutta la nobiltà della figura femminile. Che si tratti di cappe ricamate appoggiate sulle spalle, morbide tuniche che accarezzano il corpo o impalpabili vestiti con dettagli tribali di altre epoche, quasi mitologiche, che si tratti dei mostri e degli animali simbolici annodati al collo, usati come bracciali o che fanno capolino da sandali bassi in pelle, la forza interpretativa dei due stilisti è sempre presente al pari di due direttori d'orchestra, in grado di portare in alto il nome della moda italiana, esattamente come è successo per quei tenori e attori che hanno reso illustre l'opera e la musica della nostra nazione.


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